mercoledì 12 dicembre 2012

Tavolo interministeriale sul libro e docenti bibliotecari



La notizia è recentissima. L'editoria e il Governo  (Presidenza del Consiglio, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministeri  dell' Istruzione, Sviluppo, Economia e Finanze) stanno lavorando per il potenziamento delle biblioteche scolastiche. 

Detto alla  Fiera della Piccola e Media  Editoria "Più libri più liberi" alla quale presenziavo!

Ma per qualche disguido o corto circuito burocratico le biblioteche scolastiche da mesi rischiano la chiusura.

Durante l'incontro si è ribadito che la ripresa del paese deve viaggiare anche attraverso la ripresa dell'editoria, ed il mondo dell'editoria chiede a gran voce il potenziamento delle biblioteche scolastiche.

Ora, però, va fermato il grottesco, insensato, imminentissimo, trasferimento di tutti i docenti bibliotecari che appunto le gestiscono. Altrimenti le biblioteche scolastiche chiudono!

E' proprio il caso di dire che la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra! O viceversa. Ma fate presto, perchè la nostra sorte ha le ore contate.


Fonte: News di Più libri più liberi




                        

lunedì 12 novembre 2012

Un aereo in meno al giorno toglie la disoccupazione di torno

Bibliotecari scolastici e personale ATA avviati a disoccupazione sicura dal governoBerlusconi - Monti potrebbero essere salvati.


Basta comprare qualche aereo da guerra in meno. Con un solo aereo  si pagherebbero gli stipendi ai docenti bibliotecari per più di un anno.

La crisi passerà, le biblioteche resteranno un tesoro per l'umanità.



Leggi No agli F35

Leggi anche:

su LA Stampa

Biblioteca scolastica, fiore all'occhiello della scuola




La biblioteca scolastica è il fiore all'occhiello di una scuola, insieme ad altre strutture quali laboratori ben attrezzati. Quando un genitore ed un alunno visitano una scuola come la mia per decidere dove proseguire gli studi, entrando in biblioteca, in una biblioteca che quasi non si aspettano di trovare, perchè in effetti in Italia, stranamente, le biblioteche scolastiche non esistono in tutte le scuole, si legge sui loro volti l'approvazione, il piacere di sapere che ne potranno usufruire. Ho fatto le mie lezioni di "alfabetizzazione" all'uso della biblioteca alle nostre tante prime, e non ho avuto il cuore di informare i ragazzi che presto, se il governo non cambia rotta, non la potranno usare più, la troveranno chiusa.

Leggi anche:Biblioteca scolastica: il successo della conquista dei lettori

martedì 6 novembre 2012

Ma perchè il governo vuole chiudere le biblioteche scolastiche?






La realtà dei fatti
 Il personale docente utilizzato in altri compiti è prevalentemente utilizzato per tenere aperte e per gestire le biblioteche scolastiche.



Ma perchè il governo vuole chiudere le biblioteche scolastiche?

E' una domanda che da quando il governo Berlusconi individuò il bibliotecario scolastico come una figura da rimuovere, mi faccio costantemente.

Purtroppo la risposta che mi do, forse perchè pecco di ingenuità, si trova nella ricostruzione della storia.

In realtà i burocrati di allora ignoravavo, non sapevano? [o facevano finta di non sapere?] che la maggior parte dei docenti utilizzati in altri compiti, svolgevano compiti di docenti bibliotecari scolastici.

Ricordo una trasmissione con intervista ad un esponente del PDL che spiegava e giustificava così i provvedimenti a venire a danno di docenti bibliotecari. Lascio a voi valutare il suo operato.

Perchè qui sta l'inghippo, la disinformazione verso genitori e studenti e l'opinione pubblica:
Secondo il PDL, il personale docente utilizzato in altri compiti, era personale utilizzato in altre amministrazioni pubbliche che risultava però ancora sul "libro paga" del ministero della Pubblica Istruzione. Quindi si trattava semplicemente di far transitare questo personale neilgiusto "libro paga" ma senza spostarlo e senza perdita di posti di lavoro.

NIENTE DI PIÙ LONTANO DALLA REALTÀ

La realtà dei fatti
Tutti gli addetti ai lavori sanno benissimo che questo non era e non è vero. Il personale docente utilizzato in altri compiti è prevalentemente utilizzato per tenere aperte e per gestire le biblioteche scolastiche, con compiti professionali di pieno supporto alla didattica.



Eppure dalla prima diabolica ipotesi di ad oggi i politici, i burocrati dichiarano di nulla sapere su chi siamo, che lavoro svolgiamo e dove stiamo. MA legiferano allegramente per togliere agli alunni le loro biblioteche, togliendo loro i docenti bibliotecari scolastici.

Chiedo un'inversione di tendenza!!!!!!!!!!

I politici in questi 20 anni hanno smontato il paese. Mi aspettavo un'inversione di rotta e mi aspetto ancora di meglio da un governo composto anche da professori universitari, che dovrebbero avere una sensibilità particolare riguardo alla didattica.


lunedì 5 novembre 2012

Biblioteche scolastiche:la parola a chi se ne intende






di Luisa Marquardt

Biblioteche scolastiche per un apprendimento significativo? No, grazie!

Pur estremizzando, può condensarsi così, come indicato nel titolo di questo articolo, il senso del comma 13 dell’art. 14 del D.L. 95/2012 per la revisione della spesa pubblica. Il corrente anno scolastico 2012-2013 è infatti appena cominciato all’insegna dell'incertezza più totale per le biblioteche scolastiche o, meglio, della certezza che, qualora il decreto in questione diventi operativo, i docenti bibliotecari che finora le hanno curate dovranno trasferirsi al settore amministrativo e operare in una sede e/o in un settore della pubblica amministrazione diversi.
Il citato comma dispone per il personale docente utilizzato in compiti diversi dall’insegnamento (circa 3500 persone) il passaggio nei ruoli del personale amministrativo, tecnico e ausiliario con la qualifica di assistente amministrativo o tecnico. Si tratta di un passaggio che porterebbe con sé demansionamento e dequalificazione: da un lavoro di tipo pedagogico e culturale (di 7° livello) che prevede un buon grado di autonomia e responsabilità, a uno di tipo amministrativo, con mansioni sostanzialmente esecutive di 4° livello. L’immissione nei ruoli ATA è prevista su tutti i posti vacanti e disponibili nella segreteria della scuola, nella provincia di appartenenza o, a richiesta dell’interessato/a, in altra provincia.
Con l’attuazione del comma 13, in definitiva, si afferma pericolosamente la predominanza del “posto” sul “lavoro”. Agli addetti alle biblioteche non viene più garantito il lavoro che hanno svolto per un arco di tempo anche molto lungo, acquisendo e affinando competenze spesso notevoli. Il lavoro di biblioteca, di punto in bianco, è ritenuto superfluo, anzi negativo. Il numero dei docenti idonei ad altri compiti incide infatti sul rapporto complessivo studenti/docenti: per esempio, la media OCSE 2011 era di 16 allievi di scuola primaria per insegnante, mentre per l’Italia il rapporto si è attestato a meno di 11 a 1 (fonte OECD, 2011, Education at a glance 2011: OECD Indicators) e poco più di 11 nel 2012 (fonte OECD, 2012, Education at a glance 2012: OECD Indicators). Al risparmio che si intende ottenere con il D.L. 95, si aggiunge perciò pure la ragione del riequilibrio di tale rapporto. Perché, invece, il comma 13, almeno per ciò che concerne la sua applicazione al settore biblioteche scolastiche, andrebbe rivisto?
Prima di tutto perché porta alla chiusura delle biblioteche scolastiche e toglie, laddove esistente, un significativo punto di riferimento e di raccordo della progettualità didattica. Veicola inoltre l’idea che i servizi della biblioteca scolastica alla propria comunità scolastica siano inutili, idea a cui peraltro già contribuiscono efficacemente quanti vedono in internet l’unica o la prevalente fonte di informazioni e non avvertono la necessità di spazi, collezioni (anche digitali), personale appositamente dedicati. Veicola sia del tutto accessorio il docente bibliotecario che, nel tempo, ha saputo costruirsi una
nuova identità professionale sul campo, attraverso programmi e progetti ministeriali, iniziative promosse da enti locali, o specializzandosi, a proprie spese, attraverso master e corsi di perfezionamento. Ciò vanifica di fatto l’investimento di denaro fatto per la loro formazione quali bibliotecari documentalisti: una buona parte del personale, sia i docenti (idonei e “inidonei”) sia i non docenti (ex bibliotecari provinciali e personale ATA), si è infatti specializzato in corsi post lauream, master ecc. e ha curato costantemente la propria formazione o l’aggiornamento, pagando di tasca propria le relative tasse di iscrizione e i materiali; altrettanto dicasi per la formazione assicurata nell’ambito dei vari progetti
ministeriali nel settore. Tra i tanti “A scuola di biblioteca” 1995-97, PSBS 1999-2001, “Biblioscuole” 2003-2009 (il sito, pur contenente materiale di proprietà del MIUR e delle scuole, è stato purtroppo chiuso di recente dal Cineca), “Amico Libro 2007-2009” e il corrente “Bibliorete21”. Formazione che ha comportato un impiego, spesso davvero cospicuo, di denaro pubblico. Tutto ciò, alla luce di quanto sta avvenendo si rivela soltanto una spesa e non, appunto, un saggio investimento sul futuro quale dovrebbe invece essere in una società che voglia dirsi civile e democratica.
Nonostante i vari progetti istituzionali di promozione della lettura e della biblioteca appena menzionati, il provvedimento è purtroppo in linea con quanto già accaduto negli scorsi anni, che può essere così sintetizzato: vanificazione dell’ordinanza ministeriale 282 sulla figura del docente documentalista; “dismissione” dal 1° gennaio 2000 dei bibliotecari provinciali impiegati a scuola e loro inquadramento come ATA (L. 194/1999); azzeramento delle ore a disposizione dei docenti i quali, avendo orario pieno di cattedra, non possono dedicare nemmeno un’ora alla biblioteca (in precedenza il patchwork delle disponibilità, laddove sapientemente coordinato, consentiva di coprire e garantire un orario abbastanza ampio di apertura) e, ora, amaramente, con il D.L. 95/2012, cancellazione degli “inidonei”, senza alcuna valutazione delle effettive competenze e qualità del servizio erogato. Alla fine, si può leggere una sorta di insistente accanimento contro il servizio bibliotecario nella scuola che è invece fondamentale per garantire l’accesso alle informazioni, realizzare il curricolo mediante una didattica innovativa, educare all’apprezzamento della lettura, delle letterature e degli altri prodotti creativi dell’ingegno, formare al pluralismo, allo spirito critico e alla creatività, dare gli strumenti teorici e pratici utili non soltanto per la ricerca e l?uso ma anche per la produzione originale di informazioni. D’altra parte si difende ciò che si conosce e ama: accade perciò che le scuole prive di biblioteca ne ignorino la capacità di vivificazione della didattica e di raccordo con il territorio e difficilmente facciano sentire la propria voce. Lezioni in aula, libri di testo e navigazioni in rete sono ritenuti all’occorrenza più che sufficienti, mentre le richieste avanzate dai docenti bibliotecari sono all’occorrenza percepite più come rivendicazioni corporative e non, come dovrebbe essere, una battaglia per la scuola, offrendo la biblioteca scolastica-centro di informazione e documentazione l’opportunità straordinaria di innovazione didattico-metologica, di raccordo con il territorio, di costruzione e cura dell?identità della scuola, attraverso la sua documentazione didattica.
Nel corso del tempo da più parti (AIB, CONBS) è stata invano chiesta, se non l’istituzione della figura professionale, almeno la stabilizzazione delle figure a vario titolo impiegate in biblioteca, previo accertamento dei loro requisiti (titoli specifici posseduti, esperienza ecc.), in modo tale da garantire stabilità e continuità al servizio.
Recentemente il Ministro Profumo è intervenuto più volte sottolineando come il riavvio del Paese, maggiormente nella crisi corrente, si basi sulla costruzione della “scuola del domani”, aperta e multifunzione, in cui apprendere in maniera innovativa ed efficace saperi e competenze chiave e come tale costruzione passi anche per la diffusione e l’uso esperto delle tecnologie digitali nelle scuole, la digitalizzazione della didattica, la riduzione dei consumi e l’aumento dell’efficienza.
Ma questi appena richiamati sono tutti punti ai quali la biblioteca scolastica contribuisce concretamente in maniera positiva se è concepita quale ambiente per l’apprendimento e centro di risorse educative e multimediali a disposizione di tutta la comunità scolastica, capace di offrire una gamma di servizi rispondenti ai bisogni informativi e culturali della scuola e un programma di attività pienamente inserito nel curricolo, nell’offerta educativa e culturale della scuola (sia a livello individuale sia in rete), in armonia con quella territoriale.
La biblioteca si dematerializzerà, rendendo accessibili in una piattaforma dedicata molteplici risorse elettroniche selezionate (compresi i libri di testo e i sussidi didattici) utili all’apprendimento. Parimenti, proprio nell’epoca della disintermediazione e sovrabbondanza informativa, si renderà sempre più necessaria una efficace formazione alla competenza informativa e mediatica, da attuarsi anche attraverso la biblioteca della scuola, soprattutto negli anni dell’istruzione scolastica. 

Non può perciò essere ignorata la figura dell’esperto dell’informazione e della documentazione per il ruolo fondamentale che gioca tanto nel progettare e implementare i servizi della biblioteca, rispondente alle esigenze informative di un utente remoto (docente o discente che sia), quanto nel formare l’utenza all’uso esperto e creativo delle risorse. 

Su questi temi l’AIB ha sensibilizzato il Presidente della Repubblica (comunicazione del 24.08.2012) e sollecitato il Ministro Profumo (comunicazione del 04.09.2012) nel rivedere le modalità di applicazione del D.L. 95/2012 che, come già detto, prescinde da qualsiasi valutazione della qualità dei servizi di biblioteca sinora erogati. La mobilitazione generale del personale e delle scuole interessati dal provvedimento è in corso in molte città e in varie forme come manifestazioni, scioperi della fame, presidii, assemblee, convegni ecc. 

La petizione “Se risparmiare significa chiudere le biblioteche scolastiche”, promossa dalla preside Anna Cantatore a maggio scorso, ha raggiunto il numero atteso di firme. La manifestazione del 24 agosto scorso a Roma, di fronte alla Camera, ha registrato la partecipazione di una folta rappresentanza proveniente anche da altre regioni (Abruzzo, Campania, Sardegna ecc.) per protestare contro il decreto. Tale manifestazione è stata anche l’occasione per fare il punto della situazione con utili interventi (Anna Grazia Stammati, Presidente Centro Studi Scuola Pubblica; esecutivo nazionale Cobas, il Senatore Stefano Pedica e la scrivente) e interessanti testimonianze dei “portatori sani di cultura” che hanno reso conto della realtà viva e vitale che molte biblioteche scolastiche rappresentano nei territori locali. Alla fine della manifestazione si è raggiunto il Ministero dell'Istruzione (presso cui era prontamente arrivato un blindato della Polizia) dove il Senatore Pedica è stato ricevuto senza ottenere risposte concrete, essendo ogni decisione di tipo essenzialmente politico riguardo alla formulazione del decreto attuativo. 

Assemblee pubbliche si sono svolte in varie città (il 3 settembre a Roma, il 5 a Pisa e Sassari, il 7 a Bologna, l’11 a Potenza, il 12 ad Avezzano, il 13 a Napoli, il 15 di nuovo a Roma) e altre sono in preparazione. Su alcuni quotidiani sono apparsi vari articoli come quelli di Paolo Ferrario («Avvenire», del 1 settembre, ripreso anche in http://www.patrimonioSOS.it) che riporta l’appello di Parise al Presidente Napolitano, di Nittoli e Perla sul sit-in a Roma («Corriere della Sera» del 11 settembre), di Maria Teresa Martinengo che denuncia il rischio di chiusura di servizi di eccellenza, come la biblioteca e il centro territoriale di documentazione sull’handicap e l’innovazione attivati da più di venti anni dall’Istituto comprensivo Nasi di Moncalieri («La Stampa» del 13 settembre, testo disponibile anche in http://www.patrimonioSOS.it) o quello della scrittrice Dacia Maraini in cui si chiede cosa stia accadendo alle biblioteche italiane colpite da tagli di fondi e personale, ma, al contempo, riporta la positiva esperienza del Liceo Scientifico “Vitruvio Pollione” di Avezzano. 

Cosa accade intanto nel settore delle biblioteche scolastiche negli altri paesi europei? In Svezia viene attuato il nuovo curricolo nazionale che implica esplicitamente il ruolo attivo della biblioteca scolastica e prevede il monitoraggio e la valutazione dei suoi servizi e programmi; in Croazia sono in fase di elaborazione nuovi standard per la biblioteca scolastica per rispondere alle nuove esigenze curricolari; in Francia il Ministero ha appena emanato un interessante vademecum rilanciando la centralità della biblioteca scolastica come spazio sociale e culturale e, a livello di formazione universitaria, nuovi curricula sono stati varati dagli IUFM; in Portogallo, nonostante la congiuntura economica problematica, prosegue il progetto ministeriale RBE; in Lituania, le cui scuole dispongono di biblioteche e bibliotecari scolastici, è stata appena costituita (anche su sollecitazione dell'Agenzia nazionale di formazione e preparazione dei docenti e con il contributo IASL-IFLA SLRC) l'associazione dei bibliotecari scolastici. Ma forse la (miope) fiducia di alcuni decisori nelle magnifiche sorti del digitale fa intravedere negli e-book e più in generale nelle risorse online l’unica modalità di accesso all’informazione e considerare superate le biblioteche. 

Lo zaino potrà anche alleggerirsi e diventare digitale, ma vi sarà sempre uno zaino (di “donmilaniana” memoria) a fare la differenza, a marcare l’apertura della forbice, tra chi ha e chi non ha, tra chi ha competenze informative e capacità di cittadinanza adeguate e chi ne è invece privo. Competenze e capacità che non si risolvono soltanto nel disporre di strumenti informatici e di usufruire di connessioni più o meno veloci. Una buona biblioteca in condizione professionale, ben inserita nel curricolo e nel contesto locale, non è da considerarsi in antitesi con il digitale, anzi è strumento di equità in quanto contribuisce all’accesso libero all’informazione, a una migliore preparazione di coloro che utilizzeranno tanto le altre “infrastrutture della conoscenza” quanto la rete, a una maggiore consapevolezza e coscienza civile, all’autonomia di pensiero e alle conseguenti scelte consapevoli. 

Che sia forse proprio tutto questo a suscitare resistenze nell’affrontare con chiarezza il riordino e il rilancio delle biblioteche scolastiche per un apprendimento significativo e per l’acquisizione delle competenze chiave del XXI secolo? Nel momento in cui si chiude questo articolo, il decreto attuativo non è stato ancora firmato e lo stato di agitazione continua: l’auspicio è quello di non veder vanificata ancora una volta, come già fu con i coordinatori dei servizi di biblioteca e con i bibliotecari provinciali, un’idea di biblioteca scolastica in condizione professionale, capace di rispondere al meglio alle esigenze formative e informative della comunità scolastica e di raccordarsi con il territorio, collaborando a una rete informativa e culturale integrata.

marquardt@iol.it 

lunedì 22 ottobre 2012

Nuova interrogazione parlamentare per salvare le biblioteche scolastiche

Franco Laratta

ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/18170

Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 706 del 18/10/2012

Firmatari
Primo firmatario: LARATTA FRANCESCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/10/2012

Destinatari
Ministero destinatario:

MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 18/10/2012
Stato iter: IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18170
presentata da
FRANCESCO LARATTA
giovedì 18 ottobre 2012, seduta n.706

LARATTA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:

il decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, sulla spending review aggiunge il danno alla beffa: non solo il personale docente permanentemente inidoneo, anche quello distaccato presso gli uffici scolastici regionali e gli ambiti territoriali provinciali, viene dirottato sui ruoli del personale Ata, ma non vede nemmeno riconosciuto il diritto alla priorità nella stessa scuola o comunque nella provincia di appartenenza;

senza alcun rispetto per i loro problemi di salute, spesso anche gravi, questa tipologia di personale della scuola, rischia, quindi, di doversi confrontare con le difficoltà connesse alla mobilità territoriale. Come extrema ratio viene prevista anche la mobilità intercompartimentale;

anche per gli ITP delle classi C555 e C999 è previsto il passaggio coatto ai ruoli del personale Ata della provincia di appartenenza;

le norme contenute nei commi 13 e 14 dell'articolo 14 del decreto-legge 95 del 2012, pertanto, riescono nel difficile intento di danneggiare tutti: gli ITP perché costretti a diventare Ata; i docenti inidonei perché, oltre al cambio forzato di ruolo, rischiano anche di ritrovarsi costretti a cambiare provincia; il personale Ata in attesa del ruolo perché rischia di veder vanificate per anni le proprie aspettative di stabilizzazione, mortificate dall'occupazione di tutti i posti vacanti e disponibili dal personale transitato da altri ruoli. Per non parlare della qualità complessiva del sistema scuola, che si abbasserà ulteriormente in virtù dell'utilizzo del personale in ruoli non di competenza -:

se il Governo sia a conoscenza di quanto su esposto;

che cosa intenda fare, anche attraverso un'iniziativa normativa ad hoc, al fine di ristabilire, per il personale la cui infermità è riconosciuta gravissima ed inidonea a qualsiasi attività lavorativa, il collocamento in quiescenza, ed, in subordine, tutelare il personale della scuola contro il passaggio coatto ai ruoli Ata e il rischio di mobilità territoriale o intercompartimentale, prevedendo che, sia i docenti che il personale Ata, possano restare in servizio presso l'istituzione scolastica di appartenenza, assolvendo compiti di ausilio ai processi di attuazione dell'autonomia scolastica, quali quelli di ?«bibliotecario?», ?«addetto ai laboratori tecnico/scientifici e didattici?» che spesso non sono svolti da alcun soggetto, per assenza di personale, vanificando così la dimensione operativa e tecnica di supporto alla didattica e agli apprendimenti degli studenti, in contrasto con la riforma degli ordinamenti in atto e con la stessa legge primaria dell'autonomia delle istituzioni scolastica - decreto del Presidente della Repubblica dell'8 marzo 1999, n. 275. (4-18170)


Ministro, la vedo nella biblioteca del Suo dicastero? Vorrebbe lasciare aperte anche le biblioteche scolastiche gestite dai docenti bibliotecari?


ATTENDIAMO RISPOSTA POSITIVA


ll Ministro Profumo alla presentazione della biblioteca del Ministero


Segnalato da:FabianaGiallosole


che ci sprona con queste parole: Ragazzi attiviamoci per richiedere un EMENDAMENTO che elimini l'art.14 comma 13 che ci riguarda in modo tale he sia inserito nella Legge di Stabilità tuttora e, presumibilmente, in discussione alla camera sino al 25 p.v. Facciamolo rivolgendoci a diversi esponenti politici dei vari partiti così avremo maggiori possibilità che venga portato avanti. Coraggio.

 "Non smettiamo di farci sentire" !!!

Un abbraccio solare dalla Sardegna.

 FabianaGiallosole

giovedì 18 ottobre 2012

Biblioteca scolastica: il successo della conquista dei lettori

foto da qui

Come si conquista un lettore?

In una biblioteca scolastica la promozione della lettura passa per vari canali.

La prima cosa che facciamo, è farci conoscere. Alle classi viene fatta conoscere la biblioteca attraverso  visite guidate.

Ai ragazzi viene spiegato come viene gestita una bilioteca, a cosa serve la sua gestione, e come fruire da utenti dei suoi servizi.

Gli allievi vengono incoraggiati a imparare a cercare libri, rendendosi autonomi, quindi, anche nell'utilizzo di biblioteche esterne.

Vengono illustrati i progetti lettura offerti dalla scuola.

E poi iniziano ad arrivare da soli, un po' per volta, a chiedere timidamente il loro primo prestito.

Quando li vedo entrare, questi "piccoli" di prima penso dentro di me: ecco ne ho conquistato un altro, chi sa se sarà lui o lei a battere il record di 46 libri in cinque anni?


lunedì 15 ottobre 2012

Sulle biblioteche scolastiche il governo è schizofrenico!

Il sottosegretario Paolo Peluffo

Mentre il sottosegretario Peluffo, che ha pienamente ragione, vuole promuovere la lettura e portare i libri nelle scuole, le biblioteche scolastiche, i luoghi deputati istituzionalmente per la promozione della lettura nelle scuole, luogo di creazione delle coscienze, sono prossime alla chiusura.


Sottosegretario Peluffo, Lei lo sa?

E quanto costerà al contribuente una ennesima "commissione interministeriale", che dovrebbe promuovere la lettura nelle scuole al posto dei docenti bibliotecari che il governo sta in tutti i modi cercando di sopprimere anche fisicamente - visto che sono insegnanti con patologie che non potranno essere spostati ad altri incarichi senza subire conseguenze alla propria salute o perdere definitivamente il posto di lavoro? 
Per come la vedo io, questo fondi sarebbero meglio utilizzati per mantenere in servizio i docenti bibliotecari scolastici che fra i loro compiti istituzionali hanno proprio la promozione della lettura.

Sottosegretario Peluffo, se Lei  ama la lettura come credo, si impegni per salvare le biblioteche scolastiche dalla chiusura mantenendo in servizio il personale docente addetto, per permettere alle scuole di avere finanziamenti che obbligatoriamente debbano essere spesi per il patrimonio librario scolastico e non spariscano in altri rivoli.

  Lei dice "potremmo essere  competitivi solo se il libro tornerà ad essere al centro della vita di ciascuno di noi"

Ci contatti, noi docenti bibliotecari scolastici che rischiamo il posto di lavoro, ci stia affianco per far capire al Governo che le biblioteche non sono uno spreco di danaro pubblico; che i docenti bibliotecari svolgono una funzione importantissima, proprio in quanto docenti. Che facciamo parte della filiera, come la chiama Lei, che può promuovere la formazione del cittadino e quindi una ricchezza per lo Stato, non uno spreco o un fastidioso esubero.
Altrimenti dovrò pensare che Lei sta strizzando l'occhio al mondo dell'editoria e basta.

Spero in una Sua risposta ed in un Suo intervento anche di concerto con il mondo dell'editoria.



Il comunicato di Francoforte del sottosegretario Peluffo recita:



Nelle prossime settimane proporrò l'istituzione di una task force sul libro, un gruppo di lavoro interministeriale che adotti tutti le misure necessarie a sostenere e promuovere la lettura, nella scuola e nelle università, innanzitutto". 

 "Viviamo nella società dell'informazione e l'economia della conoscenza è divenuta, negli ultimi anni, il principale motore della globalizzazione. Potremmo essere - ha spiegato Peluffo - competitivi solo se il libro tornerà ad essere al centro della vita di ciascuno di noi". "Le norme, le agevolazioni fiscali e i contributi economici - ha continuato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all'Editoria - sono importanti ma serve una grande azione sinergica di tutti gli attori della filiera. Dobbiamo portare i libri nelle scuole, nelle famiglie, in tutti i luoghi di ritrovo delle persone".

Lo ha annunciato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all'Editoria, Paolo Peluffo, che oggi ha inaugurato il Punto Italia alla Fiera Internazionale del Libro, a Francoforte.

Fonte: notizia ANSA del 10.10.2012

lunedì 24 settembre 2012

This book belongs to a school library that is about to close



This book belongs to a school library that is about to close, like all other Italian school libraries because a recent law  removes all school teacher librarian from their current positions to use them as school clerks!!! 
If you are a parent, a student, a person who cares about education, please join our protest now.


Please sign this petition:

Below you find the translation in English and the original petition in Italian.

From the Italian dictionary Sabatini-Coletti: waste - excessivereckless or unnecessary use.
The Minister for Relations with Parliament, Piero Giarda, is working on how to reduce unnecessary expenditure in the Italian Public Administration and even more recently, the Extraordinary Commissioner Enrico Bondi,  newly appointed by the Premier.
Amogst these unnecessary expenditures , identified with surgical precision, in the education field, fall within this category, the wages of teacher librarians - teachers who, unable to teach for serious health reasons, have been appointed as school librarians. The Government would like to remove them from their current positions to use them as school clerks, thus condemning to a definite closure all school libraries,  according to a law passed last July.

Since the school year 1998/99 an extraordinary investment plan, wanted by the then Minister of Education Mr Berlinguer, for the opening of new school libraries, the implementation of existing ones, together with a project for the training of teacher librarians and carried out in collaboration with the Universities of Padua, Viterbo and Bari, with the intent of  qualifying these teachers in Library Science and in management of school libraries. In the following years, more public funding and projects, also supported by AIE (Italian Publishers Association), have allowed schools to equip spaces dedicated to reading and to the free access to information, to endow libraries of books and multimedia products to which, not only students can have access, but, especially in small towns where there are no public libraries, but also the entire community, thanks to the industriousness of teachers who had turned into teacher librarians, that had been capable to re-train  professionally, had learned to catalogue, online, too, help in book choice, manage the loan of book different from text books.
All the above, in the light of the intendments expressed in the documents published on the Government's website, is considered reckless and useless the people [teacher librarians] who work to make libraries vital  and propelling centres of teaching activities and promoting love for reading. Some months ago intellectuals and society  mobilized to come in aid of prestigious institutions such as the "Accademia della Crusca e dei Lincei", avoiding the risk of their closure due to the recent financial law called "manovra finanziaria" that threatens to include them amongst the useless and wasteful bodies. 

We ask them today to help us defend school libraries, that carry out an irreplaceable social function within institutions unanimously recognised as strong and widespread cultural outposts. On the contrary, to let this important cultural asset that we have been able to take care of and to enrich so as to make it available for future generations perish would be a waste. So would be turning motivated and  keen  teacher librarians into sad clerks. It would be a huge cost in terms of loss of cultural memory and education, a cost that our country, which has a book reading index among the  lowest in  Europe, cannot afford.
To the honorable Ministers Mr. Profumo and Mr. Giada, to the Vice-ministers of the Department of Education, University and Research, to those politicians who will be making decisions on this matter, we address our appeal to avoid such damages.



Dal dizionario italiano Sabatini-Coletti: spreco – consumo eccessivo, scriteriato o inutile. Alla riduzione delle spese inutili nelle Pubbliche Amministrazioni si stanno dedicando il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda e, più di recente, il Commissario straordinario Enrico Bondi, neo-incaricato dal Presidente del Consiglio. Fra quelle individuate con precisione chirurgica nel campo dell’istruzione rientrano le retribuzioni dei docenti, impossibilitati a svolgere attività d’insegnamento per gravi motivi di salute e utilizzati come bibliotecari, che si vorrebbe ora far transitare in Amministrazioni diverse da quella di appartenenza condannando a chiusura definitiva le biblioteche scolastiche, in applicazione di una legge emanata, in verità, nello scorso luglio.
Risale all’anno scolastico 1998/99 uno straordinario piano di investimenti, voluto dall'allora Ministro Berlinguer, per l’allestimento di nuove biblioteche e lo sviluppo di quelle già esistenti, accompagnato da un programma di formazione per gli insegnanti realizzato con la collaborazione delle Università di Padova, Viterbo e Bari, al fine di far loro acquisire competenze in biblioteconomia e nella gestione delle biblioteche scolastiche. Nel corso degli anni ulteriori finanziamenti e progetti, anche sostenuti dall’AIE, hanno consentito alle scuole di attrezzare spazi dedicati alla lettura ed al libero accesso all’informazione, di dotarsi di libri e prodotti multimediali da mettere a disposizione non solo degli studenti ma, specie nei piccoli centri privi di biblioteche comunali, dell’ intera comunità cittadina grazie anche all’operosità di insegnanti capaci di riconvertirsi professionalmente e di catalogare anche in forma automatizzata, suggerire letture, provvedere al prestito di testi diversi dai manuali di studio.
Tutto ciò, alla luce degli intendimenti espressi nei documenti pubblicati sul sito del Governo, sarebbe dunque ritenuto scriteriato ed inutili le persone che si dedicano a rendere le biblioteche centri vitali e propulsori di attività didattiche e di amore per la lettura. Alcuni mesi fa intellettuali e società civile si sono mobilitati in soccorso di istituzioni prestigiose come l’Accademia della Crusca e dei Lincei sventandone il pericolo di chiusura a causa della manovra finanziaria che minacciava di includerle fra gli enti inutili e dispendiosi.
A loro chiediamo oggi di aiutarci a sostenere le biblioteche scolastiche che svolgono una funzione sociale insostituibile all’interno di istituzioni unanimemente riconosciute come presìdi culturali forti e diffusi sul territorio. Uno spreco sarebbe piuttosto lasciare deperire l’importante patrimonio che abbiamo saputo conservare ed arricchire per renderlo disponibile alle prossime generazioni e fare di insegnanti motivati ed appassionati degli spenti impiegati. Un costo enorme in termini di perdita di memoria e cultura che il nostro Paese, con indici di lettura fra i più bassi tra quelli europei, non può permettersi.
Agli Onorevoli Ministri Profumo e Giarda, ai Sottosegretari al Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, ai decisori politici rivolgiamo l’appello a scongiurare simili danni.






sabato 22 settembre 2012

Dacia Maraini accoglie l'appello di una docente bibliotecaria

di Dacia Maraini



Quelle biblioteche troppo impolverate

Cosa sta succedendo alle nostre biblioteche? Ogni giorno arrivano notizie di spazi chiusi, personale specializzato mandato a casa, libri impacchettati e ammonticchiati nei magazzini. Abbiamo seguito tutti le vicende della biblioteca dell'Istituto di filosofia di Napoli: libri antichi, prime stampe di grandi classici italiani, cacciati nelle scatole e ammonticchiati in depositi irraggiungibili. Tanto che il caso, rimbalzato sulle cronache internazionali, ha avuto risposte da università di oltreoceano che si propongono di ospitare il prezioso carico che la città di Napoli non sa mantenere.
Le biblioteche, è importante ribadirlo, non sono un deposito di libri, ma luoghi di incontro, di scoperte, di scambio, di attività culturali. In piccole cittadine come quella dove vivo gran parte dell'anno, la piccola Pescasseroli fra le montagne abruzzesi, la biblioteca è la sola sala disponibile per incontrarsi, per fare teatro con i bambini, per discutere pubblicamente delle grandi questioni che riguardano il territorio: l'acqua, i rifiuti, l'energia. Chiudere una biblioteca vuole dire chiudere il cuore di un centro abitato. Un poco come chiudere la chiesa o il Pronto soccorso o la scuola elementare.


In risposta a:

«Chi Le scrive è una docente inidonea all'insegnamento per gravi motivi di salute, utilizzata da anni come bibliotecaria presso il liceo scientifico statale Vitruvio Pollione di Avezzano (Aq)», dice la bella e dignitosa lettera della insegnante Rosanna Salvati. «Dopo anni di duro e certosino lavoro ho trasformato la biblioteca, da locale adibito a deposito, in un luogo piacevole e funzionale per lo studio e la ricerca. Ho rivisto tutta la documentazione, ricatalogato gran parte degli oltre 10 mila volumi ed effettuato il controllo dei prestiti recuperando libri mai rientrati al mittente, ho arricchito con nuovi acquisti la nostra dotazione. Ai libri si aggiunge una sezione di riviste, cataloghi, testi scolastici, annuari, documenti prodotti dagli alunni. Adesso tutto questo patrimonio è depositato in alcuni locali magazzino, poiché il preesistente edificio scolastico è stato abbattuto. Per la legge finanziaria del luglio 2011, tutto il personale docente inidoneo transiterà nei ruoli amministrativi (Ata) della scuola e le biblioteche torneranno nella polvere vanificando il lavoro di anni».

Ecco, non solo si cacciano in soffitte o in cantine irraggiungibili i libri, ma ci si sbarazza senza ripensamenti di persone che hanno accumulato anni di esperienze di organizzazione culturale, persone che hanno dato tanto e potrebbero continuare a dare, se non fossero improvvisamente considerati «inutili». Ma inutili per chi? Per l'economia del Paese? Ma veramente pensiamo che l'economia del Paese consista solo nella coltivazione dei pomodori e nella costruzione di automobili? La cultura, anche se non produce oggetti impacchettabili nel cellophane, produce qualcosa di prezioso e irripetibile: produce intelligenza, conoscenza, competenza e valori. Cose di cui abbiamo immensamente bisogno in questo infelice momento storico.



da Corriere della Sera del 4 settembre 2012

l'AIB fa un appello per non chiudere le biblioteche scolastiche




da Stefano Parise
Presidente Associazione Italiana Biblioteche

Roma, 4 settembre 2012
Prot. n. 81/2012

Al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca
Prof. Francesco Profumo

e p.c.
Ai Sottosegretari al Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca

Oggetto: Biblioteche scolastiche e docenti bibliotecari (comma 13, art. 14, D.L. 95/2012).

Signor Ministro,
condividiamo con Lei la convinzione che il riavvio del Paese debba partire dalla costruzione della “scuola del domani”, in cui apprendere in maniera innovativa ed efficace saperi e competenze chiave per diventare a tutto tondo cittadini del ventunesimo secolo. La costruzione di tale scuola passa anche per la diffusione e l’uso esperto delle tecnologie digitali nelle scuole, la digitalizzazione della didattica, la riduzione degli sprechi e l’aumento dell’efficienza. Sono temi ai quali la biblioteca scolastica, se intesa come snodo fondamentale per l’accesso alle risorse educative e multimediali a disposizione di tutta la comunità scolastica, può recare un contributo concreto. L’assunto, rivoluzionario per la realtà italiana, rappresenta la quotidianità di tutti i principali paesi industrializzati del mondo, nei quali la centralità della conoscenza non è argomento retorico ma precisa scelta di sviluppo, perseguita attraverso politiche coerenti e investimenti adeguati.
Il comma 13 dell’art. 14 del D.L. 95/2012, che dispone – per il personale docente utilizzato in compiti diversi dall’insegnamento – il passaggio nei ruoli del personale amministrativo, tecnico e ausiliario con la qualifica di assistente amministrativo o tecnico, va nella direzione opposta. La sua attuazione porta alla chiusura delle biblioteche scolastiche e alla dispersione del patrimonio di professionalità che i bibliotecari scolastici si sono costruiti sul campo e attraverso programmi e progetti ministeriali (“A scuola di biblioteca”, “Programma sviluppo e promozione BB. SS.”, “Biblioscuole”, “Amico libro”, “Bibliorete21”), mediante iniziative promosse da enti locali, oppure specializzandosi, spesso a proprie spese, attraverso master e corsi di perfezionamento universitari.
La biblioteca può anche in parte dematerializzarsi, rendendo accessibili le risorse elettroniche (compresi i libri di testo) utili all’apprendimento, ma non esiste se è privata della figura del bibliotecario, che oggi è un esperto dell’informazione e della documentazione in grado di costruire percorsi adeguati alle esigenze dei propri utenti (docenti o discenti che siano ) e di formare l’utenza all’uso esperto delle risorse. La formazione alla competenza informativa e mediatica, come sollecitato anche dall’UNESCO con il varo del MIL Curriculum for Teachers, é questione assolutamente cruciale per la formazione alla piena cittadinanza (anche digitale) e non può essere risolta soltanto per via tecnologica.

L’Associazione Italiana Biblioteche ritiene che la figura del bibliotecario-documentalista scolastico, esperto dell’informazione e della documentazione, debba essere pienamente riconosciuta nel quadro dell’Agenda Digitale e che le figure ad essa assimilabili (come i docenti utilizzati in biblioteca ) debbano vedere garantita la continuità e il potenziamento del loro impegno professionale.
Non ci vogliamo rassegnare all’idea che, mentre nel resto del mondo i bibliotecari scolastici sono considerati degli stimati professionisti dell’informazione, in Italia vengano considerati alla stregua di impiegati generici, riconvertibili a piacere. Per questa ragione le chiediamo di istituire un tavolo di lavoro per analizzare i punti sollevati ed esplorare insieme possibili soluzioni.

Fonte: AIB

venerdì 21 settembre 2012

GIORNATA NAZIONALE DELLE BIBLIOTECHE 2012



Mentre il governo Monti si appresta a dare attuazione a quanto programmato e avviato dal governo Berlusconi: la chiusura delle biblioteche scolastiche. Ecco nascere una iniziativa dell'AIB (Associazione Italiana Biblioteche) per salvare  le biblioteche tutte.


"Il 13 ottobre a Napoli e in moltissime città italiane si celebrerà la prima Giornata nazionale delle biblioteche. Una ricorrenza promossa dall’Associazione Italiana Biblioteche per ribadire l’importanza del sistema bibliotecario nazionale per la crescita culturale, economica e sociale del nostro Paese; una giornata di sorprese e di scoperte per tutti gli italiani, lettori e non lettori, frequentatori di biblioteche e non; un’affermazione d’orgoglio per tutti i bibliotecari, che vogliono ribadire pubblicamente l’amore per la loro professione e chiedere maggiore attenzione da parte delle istituzioni.

Circa un anno fa, era il 22 ottobre 2011, abbiamo lanciato La notte delle biblioteche, un appello pubblico a difesa delle biblioteche italiane minacciate dai tagli ai bilanci e dal disinteresse delle istituzioni. Analoghe proteste sono state avviate in Gran Bretagna e in altri paesi per le medesime ragioni. Oggi come un anno fa vogliamo riaffermare l’importanza delle biblioteche come servizio essenziale per la vita culturale, sociale e civile del Paese, come presìdi di democrazia fondati sulla libertà di espressione e sul confronto delle idee.

Le biblioteche costituiscono un’infrastruttura della conoscenza che raccoglie, organizza e rende disponibili i prodotti della creatività e dell’ingegno, fornisce accesso a una pluralità di saperi e di informazioni, agevola l’attività dei ricercatori e degli studiosi, tutela la memoria culturale della nazione, offre a tutti i cittadini occasioni di crescita personale e culturale, favorendo l’acquisizione di competenze che possono essere spese nella vita sociale e lavorativa. Ma le biblioteche sono oggi anche luoghi di scoperta e di partecipazione, ambienti di apprendimento dove le persone possono imparare a dominare le tecnologie e a muoversi nel mondo sempre più esteso dell’informazione e dei saperi. Luoghi aperti, gratuiti, alla portata di tutti, che attendono solo di essere scoperti e valorizzati.

Le biblioteche italiane sono la rampa di lancio di una nazione che intende puntare sullo sviluppo delle capacità e delle competenze, sul merito che si manifesta a partire dall’uguaglianza delle opportunità concesse a tutti. Il 13 ottobre vogliamo ricordarlo all’Italia intera, senza proteste e con il sorriso sulle labbra.

Segna in agenda: il 13 ottobre hai un impegno con l’AIB, partecipa al BiblioPride!"



Fonte: sito AIB

giovedì 20 settembre 2012

Docenti bibliotecari su Quinta Colonna e pessimo giornalismo




I docenti bibliotecari chiedono spazio per poter esporre al paese la grave situazione che si verrà a creare con    il loro spostamento coatto nelle segreterie.
I punti nodali sono:
  • La chiusura delle biblioteche scolastiche;
  • La perdita di lavoro di altrettanto personale ATA precario;
  • La collocazione di personale con gravi patologie a svolgere incarichi estremamente gravosi incompatibili con le loro patologie.
Purtroppo in trasmissione nessuna delle vere problematiche è stata trattata.

Il conduttore avrebbe dovuto analizzare quale danno viene fatto alla scuola, se gli alunni sono privati della possibilità di fare ricerca, avrebbe dovuto considerare quali ripercussioni ci saranno per 3500 amministrativi che lavorano nelle segreterie delle scuole, per intenderci, che si vedranno il posto scippato dal governo, a per mettervi scelleratamente i docenti bibliotecari, che non per capriccio, ma per motivi seri, di salute, certo non possono e non potranno ricoprire quegli incarichi.

Il lavoro di segreteria è un lavoro molto gravoso, almeno quanto quello di insegnamento frontale. Se non più. E' qui il punto, è qui la contraddizione. Per essere chiari, per esempio un docente infartuato che ha chiesto di essere utilizzato in biblioteca, rimane un docente infartuato, che ha bisogno di ritmi e di una  tipologia di lavoro che lo sottoponga ad uno stress fisico e psichico inferiore. La segreterie delle scuole sono il posto peggiore che si potesse individuare. Ci sono applicati che non hanno neanche il tempo di fare pipi!





Di nulla di questo si è voluto occupare il conduttore. Banale e inutile l'unica domanda posta, "quanto guadagna" ridicola poi la soluzione suggerita dal conduttore.

Chiediamo ancora una volta prima di fare inteventi si accerti delle realtà sulle quali va ad operare. Non è togliendo opportunità di formazione ai nostri giovani che questo paese può formare i proprio giovani.

Anche la mia solidarietà alla nostra rappresentante, Titti.

E se Quinta Colonna era già stata retrocessa su Rete 4 con Sottile...dove la metteranno dopo il pessimo giornalismo di Del Debbio?


sabato 8 settembre 2012

Il governo Monti vuole chiudere le biblioteche scolastiche - settembre 2012


Levi_sfondo


Questa immagine è a disposizione di tutti i cittadini che vorranno farla girare per e-mail per informare di cosa sta accadendo. Spero che genitori, alunni, docenti, autori e non adetti ai lavori si uniscano alla nostra battaglia per difendere le biblioteche scolastiche.


Diciamo addio ai docenti bibliotecari?

Avviata dal governo Berusconi, (chi non sa è come chi non vede, o non vuole vedere se non si tratta di escort), il governo Monti nel quale in molti, come cittadini abbiamo sperato,  si è rivelato altrettanto cieco.
Quindi che beffa, per me, che ha tifato per questi signori, che ritenevo colti, competenti, pieni di dignità,  e addiritura giusti, scoprire di aver tifato per chi mi toglierà il posto di lavoro. Ah!!! (leggasi amara risata)

Davvero una delusione scoprire che una biblioteca scolastica come la mia: 14.000 volumi, un largo bacino di utenza, numeri di visite giornaliere di tutto rispetto, progetti lettura in corso, lavori con autori e case editrici, partecipazioni a mostre per l'editoria...e tanti progetti per il futuro, debbano sparire nel nulla.

Non parliamo poi dei corsi professionalizzanti per docenti bibliotecari presso il  Provveditorato e Biblioscuole (corso biennale), che a noi contribuenti saranno costati un occhio della testa, tutto va in fumo.

Cosa sarà delle biblioteche scolastiche? Torneranno ad essere delle grandi stanze buie e polverose. I libri non più accessibili, difficilmente saranno fatti rivivere per rendere un po' più colte le nuove generazioni ed aggiornati i colleghi insegnanti ed il personale tutto.
Difficilmente una scuola riuscirà a mandarci un insegnante ad aprire magari per un'ora alla settimana visto che le ore a "disposizione", quelle per le supplenze, per intenderci, ormai nelle cattedre sono state soppresse.

Non esiste paese straniero del mondo civilizzato che non abbia biblioteche scolastiche. E che biblioteche scolastiche!!!

Perchè la scuola nel nostro paese deve sempre essere vista solo come una spesa e non come una risorsa?
E' segno di una cecità incredibile, che pensavo un governo composto anche da professori universitari non avrebbe mai potuto dimostrare.

Cosa potete fare per sostenere la nostra causa?

FASE UNO

1 Scrivere al Ministro del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.
   Prof. Francesco Profumo
   e-mail: segreteria.particolare.ministro@istruzione.it


2 Firmare questa petizione:
Se risparmiare significa chiudere le biblioteche scolastiche