sabato 7 settembre 2013

Un Assistente Amministrativo Scrive al Ministro Carrozza

AL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE
On Maria Chiara Carrozza

p.c. Alle organizzazioni sindacali

Gentile Signora Ministra
le scrivo per parlarle del grave disagio morale e sociale che stanno vivendo gli amministrativi e i tecnici del personale ATA della scuola, e anche i docenti inidonei.

Mi chiamo Maurizio Tacconi, ho 48 anni e sono un assistente amministrativo precario della provincia di Arezzo attualmente disoccupato e in attesa di un nuovo incarico.

La mia storia che è molto simile a molte/i delle mie colleghe/i.

Sono entrato nella scuola il 1° di settembre del 2005, dopo avere lasciato la fabbrica dove lavoravo e una retribuzione ben più alta di quella che mi si prospettava accettando l'incarico di supplente. Avevo alle spalle una carriera di 15 anni di lavoro da operaio meccanico specializzato addetto alla manutenzione e avevo raggiunto il massimo della qualifica ottenibile. Ciò per dimostrarle che non sono né uno stupido, né un vagabondo.

La mia scelta di lavorare scuola non era dovuta, quindi, a ragioni economiche (oggi da precario percepisco lo stesso stipendio di allora) ma, soprattutto, a motivi di salute: lavoravo in un'azienda di manufatti in cemento armato e ho ritenuto che fosse poco salutare respirare cemento per quaranta  (oggi anche di più) anni, fino al raggiungimento dell'età pensionabile. E poi volevo fare valere quel diploma, che mi era costato tante energie, grazie al quale potevo accedere al profilo di assistente amministrativo.

Nel mio nuovo lavoro ho cambiato di continuo scuole e sedi di servizio, per tutta la provincia di Arezzo. Tre anni fa ho dovuto acquistare una macchina a GPL per ammortizzare i costi degli spostamenti, con un prestito settennale che ancora devo finire di pagare. A questo debito si aggiunge  il mutuo di una casa che decisi di comprare quando avevo ancora un contratto a tempo indeterminato (in fabbrica). Forse sono stato incauto a pensare di mettere su famiglia e di avere una casa di proprietà, ma l'articolo 1 della Costituzione mi dava una certa sicurezza. Oggi comincio a dubitare anche su quella, visto che alcune vicissitudini della vita politica attuale, mettono in dubbio anche la validità dell'articolo 3.

Negli otto anni di lavoro nella scuola ho avuto per fortuna, anche se in sedi diverse, quasi sempre incarichi annuali, che con qualche sacrificio, magari rinunciando alle ferie e risparmiando sul vestiario, mi hanno permesso di ottemperare ai miei impegni.

Ma poi sono sopraggiunti i tagli lineari della Gelmini (qualcuno li ha chiamati “riforma”). Così da  due anni i miei contratti scadono al 30/6. Per la prima volta nella mia vita sono finito in quelle sempre più affollate liste di disoccupazione, con i disagi che tutti conoscono, ho meno contributi previdenziali e a oggi ho percepito solo l'indennità del mese di giugno.

Eppure non mi sono mai scoraggiato. Ho sempre svolto il mio lavoro con dedizione e impegno. Lo dimostrano le tante ore svolte oltre il normale orario di lavoro nei momenti in cui la mole di lavoro è più alta (durante l'attività didattica). Nelle varie sedi di lavoro ho svolto tutte le mansioni: dalla contabilità alle schede degli alunni, acquisendo professionalità su tutto il lavoro di segreteria. Non ho mai perso un corso di formazione.

Tutto questo per ricevere in cambio cosa?

Martedì 10 settembre presso l'UST di Arezzo saranno attribuiti gli incarichi annuali. Sicuramente  toccherà anche me, ma anche quest'anno la mia vita sarà doppiamente precaria. Infatti, a causa della Spending Review, il mio incarico sarà “fino all'avente diritto” e poi più niente. Licenziato.

L'avente diritto, se non verrà cancellata la legge, sarà un docente inidoneo che, nella quasi totalità dei casi che ho incontrato nel mio lavoro, è davvero inidoneo, cioè impossibilitato a lavorare per gravi motivi di salute. Molti di loro vivono, sia pure da un'altra prospettiva, le mie stesse ansie e difficoltà. Spero che Lei non pensi che si tratti anche qui di falsi invalidi.

Gentile Ministra, solo chi non ha a cuore il corretto funzionamento della pubblica istruzione può  perdere lavoratori già formati e ligi al lavoro come lo siamo stati noi fino ad adesso.

Voglio credere che Lei capirà quale sia lo stato d'animo di noi precari ATA e dei docenti inidonei che dovrebbero dedicarsi a un lavoro che non conoscono e che nella maggior parte dei casi non possono fare. Chi era in grado è già impegnato utilmente in compiti di coordinamento o come bibliotecario.

Lei può restituirci la nostra dignità di lavoratori, annullando l'art. 14 della Spending Review (L. 95/12).

Dia il via libera alle immissioni in ruolo anche per gli amministrativi e i tecnici, come ha fatto saggiamente per i collaboratori scolastici.

Restituisca la tranquillità anche a quei docenti che hanno avuto la sfortuna di perdere la salute.

Le porgo i miei più distinti saluti ringraziandola per il tempo dedicato a queste righe.

MAURIZIO TACCONI



fonte:http://www.flcgil.it/scuola/ministro-carrozza-puo-restituirci-la-nostra-dignita-di-lavoratori-cancellando-la-norma-vergogna.flc

venerdì 6 settembre 2013

Consiglio dei Ministri 9 settembre 2013 - Il presidio DU ATA Q96 e ITP


Non è ancora detta l'ultima parola sulla sorte della Biblioteche Scolastiche. Nel Consiglio dei Ministri del 9 settembre 2013 potrebbe spuntare uno spiraglio di luce per salvarle dalla chiusura.

Presidio attivo quindi fino a tutto lunedì 9 settembre 2013.

Una storia incredibile, e per restare in tema, kafkiana a dir poco. Già raccontata qui.

Da due anni, per una "svista?", senza neanche saperne gli effetti, come confessato a posteriori da più parti in più Ministeri e da vari parlamentari, tutto il personale docente incaricato delle biblioteche scolastiche, insieme a quello incaricato dei laboratori, veniva deportato nelle segreterie delle scuole.

Operazione tanto grave quanto la "svista" che vede coniato il termine "esodati" di cui il governo Monti di è macchiato verso lavoratori che sono rimasti senza stipendio e senza pensione.

I D.U.a rischio di deportazione potranno essere salvati il 9 settembre 2013?







mercoledì 4 settembre 2013

I have a dream...

che ogni scuola pubblica italiana abbia la sua biblioteca. E che ogni biblioteca in una scuola pubblica italiana sia degna di essere chiamata Biblioteca. E quindi che tutti gli allievi italiani possano esercitare pienamente il loro diritto allo studio.

Come è fatta una biblioteca scolastica? Intanto deve avere il docente bibliotecario! Poi deve essere ben fornita ed accogliente.





Il sit-in del 10 luglio al MIUR Ancora un'estate di protesta contro l'imminente chiusura delle biblioteche scolastiche


Qust'estate non cambiare, stessa piazza stesso mare