giovedì 1 dicembre 2011

Il tranello di luglio/agosto 2011 e le biblioteche scolastiche




Quanti sono caduti nel tranello?

Da fonti sindacali si viene a conoscenza che su oltre 5000 docenti bibliotecari che il governo Berlusconi ha preso di mira solo poco più di 500 sono caduti nel tranello della leggina di luglio/agosto.

Bisognerebbe che i sindacati si facciano dire come mai queste persone hanno fatto domanda per passare dallo status giuridico di docenti a quello di personale ATA.

Le risposte non sono da leggersi nelle e tra le righe del provvedimento. Vengono infatti riportati casi di Dirigenti Scolastici e DSGA che hanno influito o tentato di influire personalmente sulla decisione prospettando l'obbligatorietà della domanda. Ora è pur vero che tutti sanno leggere, ma il timore di ritorsioni può far agitre anche contro i propri interessi.

Giungono addirittura notizie di DSGA che avrebbero spiegato al docente bibliotecario in servizio che in base a quanto disposto dalla  legge 111/2011 dal 1 settembre invece che lavorare in biblioteca dovevano passare in segreteria.

Chiediamo ai sindacati di contattare gli interessati e verificare se le domande sono state fatte per libera scelta o per paura di ritrovarsi in situazioni lavorative peggiori.

domenica 27 novembre 2011

In difesa della biblioteche scolastiche e dell'instruzione




Guardateli bene. Se i vostri figli non avranno una biblioteca scolastica saprete chi ringraziare



Quest’estate riserva per la scuola fra tante anche altre misure peggiorative.

Il ministri Brunetta e Gelmini dimostrano di ritenere totalmente inutili le biblioteche scolastiche e dispongono l’allontanamento attraverso la mobilità ad altri settori dell’amministrazione pubblica di docenti bibliotecari attualmente in servizio.

Che la biblioteca scolastica sia ritenuta un optional, e non il centro di documentazione e informazione di una scuola è evidente. Spostando il personale docente addetto ad altri incarichi (peraltro del tutto diversi dalle competenze dei docenti impegnati) le biblioteche chiuderanno.

Infatti, poiché l’operazione viene “camuffata” come un risparmio per l’amministrazione, è evidente che non si potrà togliere il posto ai docenti incaricati per poi darlo ad altri, dove sarebbe il risparmio?

Inoltre, se questi posti fossero poi furbescamente assegnati ad altri, si aprirebbe un contenzioso fra Stato e docenti bibliotecari che costerebbe allo stato in termini giudiziari (ingolfamento dei tribunali) e monetari (risarcimento danni morali, biologici e materiali e reintegro nei propri posti).

Quindi le biblioteche dovranno rimanere chiuse.

E’ un prezzo troppo alto da pagare, per la scuola italiana, e una mistificazione. I docenti bibliotecari verranno pagati lo stesso, quindi non ci sarà risparmio, semplicemente verranno spostati in altre amministrazioni pubbliche dove non hanno alcuna competenza. Perciò, a parità di spesa di stipendio, e nessun risparmio, vi saranno due danni: la lesione del diritto allo studio sancito dalla costituzione all’ art. 34 laddove invece di agevolarne la fruizione fa sparire dei servizi quali quello bibliotecario.

E doppiamente dannoso diventa per lo Stato lo spostamento di personale per il quale si sono investiti fondi per la formazione nello spostarlo chissà dove a fare chi sa cosa. Si è speso già per la formazione e nel futuro questo personale non potrà rendere al meglio perché non preparato per questi fantomatici nuovi incarichi.

Ancora una volta, vengono depauperate risorse. Per formare i docenti bibliotecari sono stati spesi fondi. Questi docenti hanno frequentato corsi indetti tempo addietro dagli  allora “Provveditorati agli Studi”, e più recentemente corsi biennali denominati “Biblioscuole” e hanno acquisito lunga esperienza sul campo.
Addirittura sono in preparazione ulteriori corsi. Quando si dice che la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra!

Eppure l’attuale governo considera i docenti bibliotecari, denominati negli stati esteri semplicemente bibliotecari scolastici  inutili, degli esuberi, visto che ne dispone la mobilità.

Gli studenti e i lavoratori della scuola, docenti e personale ATA non hanno diritto ad una biblioteca scolastica come negli altri paesi? No, in Italia no.

Biblio DOC gestisce una biblioteca scolastica che nel corso dell’anno ospita più di 1500 utenti, si fa carico di studenti diversamente abili ed ha un patrimonio di circa 13000 volumi che grazie alla combinazione Brunetta – Gelmini presto non saranno più disponibili all’utenza. Non più progetti di promozione della lettura, incontri con gli autori, possibilità di ricerca. Tabula rasa.

Deve essere motivo di riflessione anche un ulteriore ed importantissimo aspetto. Il bibliotecario scolastico non è un semplice bibliotecario. Come prevede la normativa IFLA che da linee guida nel settore, il personale addetto alla biblioteca scolastica deve offrire oltre che competenza in campo biblioteconomico anche competenza di insegnamento. Insomma chi meglio di un docente bibliotecario può assolvere a questo compito?

Questo Paese viene continuamente mortificato e la Scuola Pubblica che è un punto cardine per la formazione dell’individuo viene volutamente lasciata indietro.

venerdì 25 novembre 2011

Il governo Berlusconi chiude le biblioteche scolastiche - L'AIB non ci sta


Gli anni buii iniziarono con la chiusura delle bibliteche



L'AIB attraverso il suo Presidente fa presente ai Ministri del governo Berlusconi quale danno si arreca al paese con la chiusura delle biblioteche scolastiche.



Lettera del presidente dell'AIB, Stefano Parise, ai ministri Gelmini, Tremonti, Brunetta, On. Valentina Aprea, On. Guido


All'On. Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Mariastella Gelmini
Viale Trastevere, 76 a
00153 Roma

Al Capo Dipartimento per l'Istruzione
Preg.mo Dott. Giuseppe Cosentino

Al Direttore Generale per gli
Ordinamenti scolastici

e p.c.

All'On. Ministro dell'Economia e delle Finanze
Giulio Tremonti
via XX Settembre, 97
00187 Roma

All'On. Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione
Renato Brunetta
Corso Vittorio Emanuele, 116
00186 Roma

Al Presidente della Commissione cultura, scienza e istruzione
On. Valentina Aprea
Camera dei Deputati
Piazza di Monte Citorio, 1
00186 Roma

Al Presidente della Commissione Istruzione pubblica, beni culturali,
ricerca scientifica, spettacolo e sport
On. Guido Possa
Senato della Repubblica
Piazza madama
00186 Roma

Signor Ministro,

desidero sottoporre alla Sua attenzione la situazione di grave disagio che si sta creando in moltissime scuole italiane a seguito dell'applicazione dell'art. 19 della legge 111/2011, che obbliga i docenti inidonei all'insegnamento impiegati come bibliotecari scolastici al trasferimento ad altri incarichi nella pubblica  amministrazione.

 Ciò accade mentre la Direzione generale Ordinamenti scolastici e Autonomia scolastica del Suo dicastero sta dando seguito al progetto "Bibliorete 21", volto a valorizzare le Biblioteche scolastiche in rete sul territorio nazionale."Bibliorete 21" succede a tre precedenti iniziative del MIUR svoltesi negli ultimi dieci anni: il Programma per la Promozione e lo Sviluppo delle Biblioteche Scolastiche (1999-2001, a seguito della C.M. 5 ottobre 1999, n.228, e della C.M. 16 ottobre 2000, n.229), il Progetto Biblioteche nelle Scuole (2004-2007, C.M. prot. n. 3352) e il Progetto "Amico Libro".

Il personale docente che opera nelle biblioteche scolastiche si è formato all'interno di corsi di formazione e master voluti dal MIUR e realizzati in alcuni atenei italiani: il suo spostamento avrebbe l'effetto di vanificare questo importante investimento e di pregiudicare il funzionamento di un servizio essenziale per la didattica, prefigurando un'incomprensibile dispersione di competenze.

Biblioteche senza bibliotecari professionalmente consapevoli, riconosciuti e trattati come tali, non sono biblioteche. Può sembrare una tautologia, eppure l'Italia vanta il triste primato - unico fra i paesi industrializzati - dell'assenza di una rete organica di biblioteche scolastiche gestite in maniera professionale da personale qualificato, aggiornato e inquadrato come bibliotecario o documentalista.

La centralità delle competenze legate alla ricerca e all'uso dell'informazione nella società contemporanea sarebbe di per sé ragione indiscutibile per istituire la figura del bibliotecario scolastico. I docenti inidonei che prestano servizio nelle biblioteche scolastiche - moltissimi dei quali in possesso di adeguata preparazione professionale certificata da master e specializzazioni post universitarie - sono oggi l'unica risorsa professionale su cui possiamo contare. 

Si tratta di insegnanti che hanno saputo riconvertirsi professionalmente assicurando la propria preziosa opera nella catalogazione di testi, nel prestito, nel riordino e allestimento degli spazi, nella predisposizione di percorsi lettura e di ricerca, spesso collaborando attivamente con le biblioteche degli enti locali.

Signor Ministro, le biblioteche delle scuole italiane hanno un disperato bisogno di professionisti della mediazione informativa. Le condizioni economiche attuali non autorizzano alcun volo della fantasia ma non impediscono di preservare almeno ciò che c'è.Le chiedo pertanto, a nome dell'Associazione Italiana Biblioteche, di fare quanto in Suo potere per evitare questo inutile sperpero di professionalità. Mi rendo sin d'ora disponibile a un incontro per illustrare alla S.V. la situazione che si è venuta a creare a seguito dell'applicazione del provvedimento sopra richiamato e per valutare i possibili correttivi.

Stefano Parise
Presidente AIB - Associazione Italiana Biblioteche

Roma, 3 ottobre 2011

Prot. n. 169/2011

 fonte: AIB

lunedì 10 ottobre 2011

Status giuridico e status di fatto di un docente bibliotecario



Il titolo è un gioco di parole.

Nella scuola siamo abituati a sentir parlare dell'organico di diritto e quello di fatto.

 Per il docente bibliotecario lo status di diritto è quello di docente... ma di fatto?

Di fatto  chi si trova a dover fare la difficile scelta di passare ad altri compiti ha vita dura. L'unica pregio di questa "condizione" è quella di continuare a lavorare e continuare a lavorare nel proprio settore di specializzazione, la scuola.
Ci si rimbocca le maniche e ci si mette a studiare, cosa che un bravo insegnante fa sempre, quando si aggiorna. Nel caso del bibliotecario scolastico si inizia a studiare biblioteconomia: l'arte di inventariare, preparare i volumi per il prestito, classificare, collocare, catalogare e insegnare a ricercare. In questo i Provveditorati e altri organismi hanno offerto delle opportunità.

 Ma non è tutto rosa e fiori.

Sei in una precarie condizioni di salute, scopri che stranamente il governo ti offre di continuare a lavorare per il doppio delle ore che facevi prima. Diventano 36. Via il giorno libero che prima avevi, e che per chi sta male è una boccata di ossigeno.Durante la sospensione delle lezioni, la scuola è deserta ma tu sei lì in balia degli elementi perché non essendoci nessuno ed non essendo tu vicino agli uffici amministrativi, non godi né di refrigerio estivo da aria condizionata, nè di calore da impianto di riscaldamento in inverno.

Spesso si è ambiguamente "gestiti" fra Dirigente Scolastico e DSGA (il capo del personale ATA). Ma come si applica poi la normativa ai docenti bibliotecari? A quei docenti che hanno scelto di lavorare in altri compiti? Sempre a loro sfavore. Tranquilli. Sei personale docente ma verrai trattato come personale ATA  o come personale docente a seconda di dove sta la sola.
E solo sulla carta potrai accedere al fondo d'Istituto. Non ti azzardare a chiederlo!

Se nel cambiare mansioni si cambia anche scuola i collaboratori scolastici (bidelli di una volte) appena ti vedono decidono di darti del tu ed i colleghi di darti del lei. Ora che alcuni bidelli simpatici ed educati ti diano del tu ti fa anche piacere, magari dovresti essere tu a proporlo, ma fa niente. Lasciamo state il bon ton.   Ma che i colleghi ti diano del Lei...beh veramente è spiazzante.
I bidelli, però, di solito non è per per cameratismo che lo fanno. Lo fanno per rimarcare che non ti considerano più un docente ma senza dirtelo apertamente. Una situazione di fatto, appunto.

Ora ci si chiede: ma perché spendere tutti quei soldi in visite di controllo, è evidente che per accettare queste  condizioni uno deve proprio stare male o essere fumato di brutto! Noooo?!?!

Eppure tu ci tieni al tuo posto di lavoro, perché è il lavoro che nobilita l'uomo, gli dà da mangiare e paga anche le medicine e le cure mediche.

Inoltre, sei riuscito ad instaurare un buon rapporto con i tuoi colleghi, collabori con loro e sei utile ai ragazzi, agli scolari lo vedi da i traguardi che aiuti loro a raggiungere, da come ti trattano con affetto, da come ti ringraziano, ti cercano, ti vengono a parlare quando hanno un problema scolastico e non. Ed è tutto questo che ti fa pensare che vale la pena continuare. E quasi quasi è pure terapeutico e quindi non te ne vuoi andare prima del tempo.  E' per questo che difenderai il tuo posto fino in fondo.  Ma sì, che alzino anche l'età pensionabile a 65 anni. Io non schiodo.